La realtà viene continuamente manipolata dall’uomo affinché sia più fruibile e conoscibile. In questa opera viene messa in azione la persona intera, nell’unità delle sue dimensioni: testa, mani e cuore.
La realtà viene continuamente manipolata dall’uomo affinché sia più fruibile e conoscibile. In questa opera viene messa in azione la persona intera, nell’unità delle sue dimensioni: testa, mani e cuore.
La voce delle indicazioni
«Lo studio e l’esercizio della tecnologia favoriscono e stimolano la generale attitudine umana a porre e a trattare problemi, facendo dialogare e collaborare abilità di tipo cognitivo, operativo, metodologico e sociale. È importante che la cultura tecnica faccia maturare negli allievi una pratica tecnologica etica e responsabile, lontana da inopportuni riduzionismi o specialismi e attenta alla condizione umana nella sua interezza e complessità.»
Il metodo progettuale introduce alla conoscenza dell’oggetto attraverso una gradualità che favorisce un insieme di scelte sempre più consapevoli per affrontare problemi di crescente complessità con crescente efficacia. In questo senso il metodo si struttura in una strada che individua la traiettoria più adeguata per raggiungere lo scopo: cioè ottimizza le risorse, le energie e il fattore tempo, a partire sempre da una attenta valutazione dei dati. Questa modalità conoscitiva non vincola la creatività, ma genera un modello su cui poter sviluppare le idee e poterle concretizzare.
Il luogo in cui tutto questo accade è il laboratorio, inteso non solo come luogo fisico ma anche come modalità di lavoro, fatta di osservazione, intraprendenza creativa, realizzazione pianificata.
La voce delle indicazioni
«Rientrano nel campo di studio della tecnologia i principi di funzionamento e le modalità di impiego di tutti gli strumenti, i dispositivi, le macchine e i sistemi – materiali e immateriali – che l’uomo progetta, realizza e usa per gestire o risolvere problemi o semplicemente per migliorare le proprie condizioni di vita. D’altra parte è specifico compito della tecnologia quello di promuovere nei bambini e nei ragazzi forme di pensiero e atteggiamenti che preparino e sostengano interventi trasformativi dell’ambiente circostante attraverso un uso consapevole e intelligente delle risorse e nel rispetto di vincoli o limitazioni di vario genere: economiche, strumentali, conoscitive, dimensionali, temporali, etiche.»
Il primo passo è fermare lo sguardo, partendo l’attenzione all’insieme per poi passare al particolare, distinguendo la struttura dagli elementi geometrici costituivi. In questa prospettiva, la padronanza nell’uso del linguaggio grafico del disegno – dai primi schizzi alla scuola dell’infanzia fino all’utilizzo rigoroso delle proiezioni ortogonali e delle assonometrie – è condizione preliminare per poter eseguire le fasi progettuali e ordinarne la sequenza, al fine intervenire sulla realtà trasformandola.
L’allenamento continuo all’osservazione, guidata da una curiosità conoscitiva, introduce sempre di più i nostri alunni a nuove domande che documentano il bisogno di diversi percorsi di risposta.
Nel percorso scolastico il consolidarsi delle conoscenze diviene il trampolino di lancio dell’iniziativa personale, che rende gli studenti sempre più protagonisti nel lavoro e capaci di gustare la scoperta di modi innovativi per dar forma alle proprie intuizioni.
La voce delle indicazioni
«Lo studio e l’esercizio della tecnologia favoriscono e stimolano la generale attitudine umana a porre e a trattare problemi, facendo dialogare e collaborare abilità di tipo cognitivo, operativo, metodologico e sociale. È importante che la cultura tecnica faccia maturare negli allievi una pratica tecnologica etica e responsabile, lontana da inopportuni riduzionismi o specialismi e attenta alla condizione umana nella sua interezza e complessità.»
La possibilità del cambiamento come contributo all’opera creatrice passa attraverso l’incremento dell’inventiva personale che man mano si consolida in un ordine progettuale attento. L’oggetto di conoscenza implica infatti una competenza puntuale nell’uso degli strumenti e dei materiali, la capacità di prevedere e pianificare una sequenza di operazioni, la conoscenza delle proprie doti e dei propri limiti, la capacità di collaborare in vista di uno scopo complesso e condiviso.
In vista degli obiettivi sopra descritti viene valutato anche l’uso delle tecnologie informatiche, gradualmente introdotte seguendo l’evoluzione delle possibilità degli alunni come potenziamento delle capacità creative di ciascuno.
La voce delle indicazioni
«Per quanto riguarda le tecnologie dell’informazione e della comunicazione e le tecnologie digitali, è necessario che oltre alla padronanza degli strumenti, spesso acquisita al di fuori dell’ambiente scolastico, si sviluppi un atteggiamento critico e una maggiore consapevolezza rispetto agli effetti sociali e culturali della loro diffusione, alle conseguenze relazionali e psicologiche dei possibili modi d’impiego, alle ricadute di tipo ambientale o sanitario, compito educativo cruciale che andrà condiviso tra le diverse discipline.»
Io consiglierei un’educazione basata sul pensare-sentire-fare, cioè un’educazione con l’intelletto, con il cuore e con le mani, i tre linguaggi. Educare all’armonia dei tre linguaggi, al punto che i giovani, i ragazzi, le ragazze possano pensare quello che sentono e fanno, sentire quello che pensano e fanno e fare quello che pensano e sentono. Non separare le tre cose, ma tutt’e tre insieme
Papa Francesco, Discorso ai cresimandi, Milano 2017
La creazione continua incessantemente attraverso la mediazione degli uomini; l’uomo non crea: scopre e parte da questa scoperta. Chi cerca le leggi della natura per conformare ad esse opere nuove collabora con il Creatore. Chi copia non collabora. Per questo motivo, l’originalità consiste nel tornare alle origini.
A. Gaudì, Idee per l’architettura
Vediamo due macchine. Da un lato l’idea della macchina come sostituto dell’uomo, la macchina perfetta che ci guida e ci libera dalla paura. La macchina che pensa al posto dell’uomo. Dall’altro lato la macchina come stampella del claudicante cammino umano, computer che accompagna l’uomo, che si propone di incrementare l’intelligenza umana. […] La macchina concepita in una maniera – governata da algoritmi che pretendono di incarnare il giusto modo di pensare – serve per allontanare l’uomo dalle sue responsabilità. La macchina concepita in un’altra maniera – macchina per prendersi cura, che libera da vincoli, che supporta il pensiero umano – serve all’uomo per assumersi responsabilità.
Francesco Varanini, Macchine per pensare