
18 Mag Firenze, una città indimenticabile
Giovedì 16 aprile noi della classe seconda ci siamo recati in visita a Firenze. La città, capoluogo della Toscana, è forse una delle più interessanti del mondo dal punto di vista storico-artistico ed era quindi giustificata la nostra visita, come quella di decine di migliaia di turisti per la maggior parte stranieri, come anche il fatto che ad accompagnarci ci fossero i prof. Gastaldo (arte) e Sorrenti (tecnica) oltre alla preside Cuccato. Nonostante la partenza “poco ortodossa” (7:45 di mattino), il viaggio è stato rapido e confortevole, anche grazie ai giochi enigmistici che il prof. Pontello aveva preparato per noi. All’arrivo ci siamo sistemati in albergo, che aveva già questa sintesi tra moderno e tradizionale che poi avremmo incontrato in tutta la città: si trattava infatti di un tipico hotel fiorentino preso in gestione da degli orientali. Spronati dai professori, ci siamo subito recati alla chiesa di Orsanmichele. Essa è posta proprio nel centro di Firenze ma anticamente era circondata da orti, da qui il nome or-to sanmichele. Essendo ormai ora di pranzo ci siamo recati in un ristorante tipico; poi, dopo un pasto frugale e rapido, ci siamo incamminati verso la vicina Piazza del Duomo. Lì si trovano tre fra i più importanti edifici della città: l’antico Battistero (purtroppo in ristrutturazione), il Campanile di Giotto e, appunto, il Duomo. Chiamata anche S. Maria del Fiore, la cattedrale fu progettata da Arnolfo di Cambio anche se la cupola, mirabolante opera di stabilità benché non abbia nessun sostegno interno, fu progettata da Brunelleschi. Guardata dall’alto essa sembra il ventre gonfio della Madonna di cui il resto della chiesa è il corpo. Ma è sul Campanile di Giotto che ci siamo maggiormente soffermati: per volere del costruttore è l’edificio più alto di Firenze ed è decorato, oltre che con il marmo verde e bianco che riveste anche il Battistero e il Duomo adiacente, con formelle progettate da Giotto ma realizzate da un suo discepolo raffiguranti mestieri, pianeti e via dicendo. Lì i nostri insegnanti ci hanno chiesto di schizzare una formella a nostra scelta. Dopo un po’, anche se i risultati non erano perfetti, il prof. Gastaldo ci ha detto che poteva bastare e siamo andati a visitare la Galleria dell’Accademia, dove sono custoditi i Prigioni e il David, tutte creazioni di Michelangelo Buonarroti. Ci siamo soffermati a lungo sui Prigioni, rapiti da quei corpi che cercano di liberarsi dalla materia grezza che li imprigiona ma allo stesso tempo li fa vivere; ma ancor più a lungo ci siamo soffermati sul David, colpiti da come l’autore abbia curato minuziosamente i particolari, ad esempio la venuzza del piede in una statua alta più di quattro metri! Questa visita è stata l’ultima della giornata perché, dopo aver assaltato il negozio di souvenir, fatto qualche gioco a tema e girovagato un po’ per le strade, siamo tutti tornati in albergo, con qualcuno che chiedeva una storia per addormentarsi e qualcun altro che non aveva sonno.
Il mattino dopo, venerdì 17 aprile, siamo andati a vedere la splendida facciata della chiesa di S. Maria Novella, completamente scandita da forme geometriche. Dopodiché ci siamo recati nella piazza della chiesa di S. Lorenzo. A quel punto i prof. hanno dato mezz’ora per visitare il mercatino artigianale lì vicino e subito le ragazze (e non solo) vi si sono lanciate, affamate di shopping! Trascorso il tempo dato, ci siamo radunati (con un po’ di fatica) e abbiamo visitato le Cappelle Medicee, cioè il luogo in cui sono sepolti Lorenzo il Magnifico, suo fratello Giuliano e altri membri della famiglia. Le Cappelle sono ornate da statue del solito Michelangelo, raffiguranti l’Alba, il Crepuscolo, il Giorno e la Notte. Purtroppo non tutte queste statue sono finite a causa dei continui spostamenti dell’artista e quindi si può solo intravedere lo splendore che avrebbero avuto una volta terminate. Dopo pranzo abbiamo girato per la città, fermandoci sotto la Loggia dei Lanzi, di fronte al Palazzo della Signoria, per schizzare la copia del David che è lì ubicata. Dopo aver fatto un lavoro sulla facciata di S. Maria Novella, abbiamo recuperato le nostre cose e siamo saliti sul treno di ritorno.
Durante questa splendida gita abbiamo imparato molto: la precisione dei particolari anche quando sembrano insignificanti, quanto sia importante fare magari poche cose -ma dall’inizio alla fine- piuttosto che farne di più lasciandole a metà e come ciò che impariamo a scuola, ad esempio la geometria, possa essere determinante addirittura per costruire un edificio. Per questo è importante preservare e conoscere le meraviglie del passato: perché hanno sempre qualcosa da insegnarci.