Gita ad Assisi per San Francesco

07 Mag Gita ad Assisi per San Francesco

 

Adesso
Siamo
Sicuri:
Insieme
Siamo
Incantevoli!

Incantevoli sì, cioè un incanto: questo manipolo di ragazzetti (con un piede ancora alle primarie e già tre ciuffi alle medie…) ha mostrato proprio l’incanto che sono, lo stupore che sono queste vite di cuoricini in fermento. Dal rap del pullman al Laudato Sii tra le pietre di Francesco, docili a ogni cenno di baldoria, naturalmente, e docili tanto quanto al silenzio richiesto per ascoltare l’esperienza di Francesco, tappa su tappa.
Io parto dicendo al mondo che vado in gita, e al primo step invece… la prima correzione di sguardo; padre Angelo: “Noi non siamo in gita! Siamo venuti a rifare l’esperienza di un uomo come noi, innamorato di Cristo e della sua Chiesa”. E tra piazze e Chiese, dopo cenni d’arte e storia, puntuale ed entusiasta come alla prima omelia, padre Angelo racconta leggiadro di Francesco, occhi e orecchie su di lui, dita alzate per rispondere, i bambini docili come… bambini.
Ho capito l’antifona, ma non mi viene difficile: mentre giriamo e visitiamo (San Damiano, la tomba di Francesco..) vedo ginocchia piegate, gli occhi lucidi di qualche adulto, rivoletti discreti di commozione, offerte silenziose di tutto quello che il cuore ha portato da casa… Adesso stiamo proprio facendo quell’esperienza insieme, e siamo noi stessi un’esperienza.
Ma chi siete? chiedono a Carlina, vedendo i fanciulli sfilare religiosamente in Porziuncola….Chiunque lei sia, complimenti per i vostri ragazzi!!
E quanta, quanta bellezza artistica.“Come mai tante decorazioni e tanti affreschi così ricchi per un uomo che ha voluto vivere povero?”Padre Angelo ci dice che tutta quella bellezza pittorica è stata voluta da chi ha vissuto con Francesco, perché l’esperienza con lui doveva essere raccontata a tutti come Bellezza vissuta, doveva essere resa agli occhi la Bellezza che è stata il rapporto di Francesco con Gesù. Chi dipingeva viveva la fede in prima persona, e la Bellezza è un indice puntato che rimanda a Lui.
Mentre camminiamo sul bordo di una Assisi che si stende presepiale nella vallata, un ragazzetto minuto, sua sponte, senza che nessuno lo incalzasse di richiesta di commenti (come invece siamo soliti fare qualche volta noi adulti, in modo un po’ stucchevole..), senza che nessuno gli avesse chiesto una beata fava, anzi una volta tanto sperando che.. zitti, camminassero zitti e via di buon passo, questo ragazzetto invece mi chiama e mi dice; “Ehi… ma guarda quanto è bello laggiù..!”
Poi noi genitori recitiamo nelle piazze testi teatrali sulla vita di Francesco, vestiti un po’ da pazzi,con mantelli e tamburelli.. ma com’è come non è, riusciamo a non cadere nel ridicolo e non indulgere nella performance,e ci mettiamo l’anima, per dar l’idea di quella di Francesco, di anima…Divertendoci, divertendoci molto, mimando in questo il metodo suggerito dai bambini, il sorriso, perché il sorriso è il metodo di Dio per attrarli a sé e alla realtà…Recita alla fine il testo: “Il bene, quando si dona tutto, rende lieto il cuore di tutti in tutto”.
Siamo partiti con una Direttrice ingessata… no, non nel senso della forma e dei modi (che era invece tutta un cuor contento di fanciulla…), ma proprio nel senso ortopedico, categoria alla quale pare molto affezionata ultimamente.. E per farle compagnia, la gamba rotta di un quintino in carrozzella, ma non bastava: un altro si storta una caviglia! Assisi su e giù, Assisi in sali-scendi…: eppure, un padre buon-pastore si carica la pecorella, perché il ragazzo non si perda nemmeno un alito, una pietra, un battito (nemmeno della Caccia al tesoro più pendente e defatigante della storia della Zolla..). Scriverà in seguito, dal suo letto di Lasonil..: “ho desiderato con tutte le mie forze che anche lui potesse in qualche modo partecipare alla caccia al tesoro, perché altrimenti sarebbe stato come se mio figlio stesso non avesse potuto partecipare. Ciò che è bene e bello per mio figlio, lo è anche per un suo compagno e per tutti.”
Se non è caritas questa…
Le maestre? Beh, bisognava avere la lucidità per un attimo di ammettere che erano lì, a onor del vero, in una trasferta di lavoro, questione di reddito, che male ci sarebbe? Ma proprio è l’ultimo pensiero: le vedi addentro, partecipi, anche loro instancabili, presenti di cuore oltre ogni orizzonte professional…
La mamma del fanciullo gambarotta, mamma silenziosa per tre giorni a rimorchio della carrozzella, chiosa il pranzo finale:..” 3 giorni per tutta la vita, vi e li ricorderò per tutta la vita!
E poi le mailing gioiose e grate tra noi genitori rientrati a Milano…
Mi fermo, e lo lascio dire a San Francesco: “Noi non siamo solo noi, ma siamo noi perché Gesù è con noi”

Una mamma di quinta