
06 Mar I bambini della primaria alla scoperta di Lucio Fontana
Due tele leggerissime, un punteruolo ed un taglierino… questi i materiali che i ragazzi di V della primaria di Via Caccialepori hanno trovato in aula di arte.
Materiali “insoliti” per dipingere… ma la maestra Costanza non ha dipinto, ha forato e poi tagliato la tela sotto lo sguardo stupito degli alunni.
Silenzio e preoccupazione.
Poi lei ha sorriso e spiegato ai bambini che il gesto fortissimo che aveva compiuto ha decisamente cambiato la storia dell’arte.
L’inventore di quel gesto, segno perfetto e senza materia, è stato Lucio Fontana, un bravissimo pittore di ceramiche e terracotta degli anni ’30 e ’40.
Potevano bastare le sue sculture espressive per coronarlo artista eppure Fontana ha capito che doveva andare oltre. Ha maturato questo bisogno di esprimere un “oltre” fisico.
Quel foro, quel taglio è per lui possibile apertura, è porta che fa passare la luce, è scelta audacissima per i tempi ma decisiva perché nessuno lo avrebbe mai potuto fare prima e da allora nessuno avrebbe mai più potuto farlo per primo.
“Io buco, passo all’infinito, di lì passa la luce, non c’è bisogno di dipingere, tutti hanno creduto che io volessi distruggere ma non è vero! Io ho costruito non distrutto.. È lì la cosa..”
Qualche giorno dopo i ragazzi sono andati con la maestra all’Hangar Bicocca dove hanno visitato la mostra allestita con i suoi “ambienti”, facendo esperienza dello sviluppo della ricerca dell’artista.
La porta è stata aperta, forata, tagliata. Adesso possiamo fisicamente andare al di là. Oltre troviamo delle stanze e ci relazionato con gli oggetti luminosi che ci guidano, perché come i razzi spaziali che stupivano gli spettatori all’epoca, è la luce che sempre ci guida. E per la prima volta l’arte diviene luogo, ambiente appunto, dove noi siamo coinvolti perché anche noi possiamo lasciare traccia o segno del nostro passaggio nello spazio cosmico ricreato.