I ragazzi della Secondaria in udienza dal Papa con “Il Graal” o “i Cavalieri”

02 Giu I ragazzi della Secondaria in udienza dal Papa con “Il Graal” o “i Cavalieri”

Sono oltre 70 i ragazzi della Secondaria di Primo Grado di via Carcano e Piazzale Brescia oggi, venerdì 2 giugno 2017, hanno partecipato a Roma all’udienza privata concessa dal Santo Padre ai ragazzi che vivono l’esperienza del Gral o Cavalieri.

L’esperienza del Graal nasce alla fine degli anni ‘80 dall’intuizione di un sacerdote, don Giorgio Pontiggia, rettore dell’Istituto Sacro Cuore di Milano, scomparso nel 2009 dopo una lunga malattia. Si era accorto che una posizione di apertura o chiusura, di interesse e curiosità o di noia e scetticismo, si decide proprio in questi anni, 11-14, così particolari e spesso travagliati per un ragazzo di oggi, che vive immerso in un tempo di cambiamento epocale, in cui sono venuti meno i riferimenti vivi e prossimi di una vita pienamente umana e cristiana. D’altra parte, don Giorgio si accorgeva che i tentativi della proposta cristiana, che si faceva ai ragazzi, rischiavano di rimanere discorsi astratti moralistici e quindi ultimamente privi di attrattiva. Soleva dire che non bisognava “vaccinare” i ragazzi contro la fede usando le parole cristiane slegate da un’effettiva esperienza e che era necessario coinvolgerli in un’amicizia che avesse come scopo un grande ideale per cui spendere tutte le proprie energie e risorse, proprio come quella che vivevano i figli cadetti, in epoca medioevale – tempo in cui l’ideale cristiano fatto grande l’uomo e la sua epoca -, quando decidevano di consacrare la propria vita diventando Cavalieri e mettendosi a servizio della Chiesa di Dio.

E’ nata così l’idea di proporre l’esperienza del Graal: l’invito a mettersi insieme per ricercare il “Santo Graal’, cioè quel tesoro che rende la nostra vita piena e che ci può rendere felici. Come i cavalieri di un tempo, anche noi vogliamo “seguire Cristo e farlo conoscere al mondo”.

Questa esperienza, assolutamente libera e fuori dall’orario scolastico, è presente da diversi anni nella sede di via Carcano e da quest’anno anche in quella di piazzale Brescia, grazie al coinvolgimento di alcuni professori che liberamente accompagnano e vivono con loro momenti di incontro durante l’anno e una vacanza durante le vacanze estive.

Durante l’udienza una nostra alunna ha posto una domanda personale di cui riportiamo il testo e la relativa risposta del Santo Padre.

Marta:
Caro Papa Francesco, mi chiamo Marta. In questo periodo mi turba molto il fatto che, essendo in terza media, l’anno prossimo non vedrò la maggior parte dei miei migliori amici e ho paura del salto tra le medie e il liceo. Io sto bene come sto ora, con i miei amici di adesso. Perché devo cambiare tutto? Perché mi fa così paura crescere? Non riesco e non voglio immaginare la mia vita e tutto quello che mi succederà senza quegli amici che amo. Come faccio? Come farò, poi?

Papa Francesco:
Grazie, Marta. Io ti dirò questo. La vita è un continuo “buongiorno” e “arrivederci”. Tante volte sono cose piccole, ma tante volte è un “arrivederci” per anni o per sempre. Si cresce incontrandosi e congedandosi. Se tu non impari a congedarti bene, mai imparerai a incontrare nuova gente. Quello che tu dici qui, è una sfida, è la sfida della vita. E’ vero, i tuoi compagni non saranno gli stessi – forse li vedrai, parlerai…, ma ci sono nuovi compagni che tu devi incontrare, e quella è la sfida. E noi nella vita dobbiamo abituarci a questo cammino: lasciare qualcosa e incontrare le cose nuove. E questo è anche un rischio. C’è gente che ha tanta paura – tu hai usato la parola “ho paura” – di fare un passo, che rimane sempre ferma, troppo quieta e non cresce. Quando un ragazzo, una ragazza, un uomo, una donna dice “basta” e – come ha ricordato il parroco – si “accomoda sul divano”, non cresce. Chiude l’orizzonte della vita. E qui uso un’altra parola… Vedi, guarda quel muro: cosa c’è dietro al muro? Ma non vedi cosa c’è dietro il muro? Dimmi, dimmi… mettiti al microfono…

Marta:
Non lo so…

Papa Francesco:
Non lo sai… Così è quando una persona non vuole crescere: ha un muro davanti, non sa cosa c’è. Ma se tu vai fuori, in campagna – pensa – cosa vedi? Dove non ci sono i muri, cosa vedi?

Marta:
Vedo tutto…

Papa Francesco:
Tutto. Vedi l’orizzonte. Dobbiamo imparare a guardare la vita guardando orizzonti, sempre più, sempre più, sempre avanti. E questo è incontrare nuova gente, incontrare nuove situazioni. Non dimenticarsi degli altri, no! Sempre c’è un bel ricordo e di solito si incontrano gli antichi compagni, si salutano… Ma noi dobbiamo camminare sempre, per crescere. E’ vero che tu hai usato la parola “paura”: “ho paura di crescere”, “ho paura di andare avanti…”; ma usa piuttosto la parola “ho una sfida”: io vinco la sfida o mi lascio vincere dalla sfida? Hai capito? Guarda il muro e pensa com’è in campagna, all’orizzonte. E questa è la scelta che tu devi fare. Dietro il muro non si vede; con l’orizzonte, tu vai più avanti, più c’è orizzonte, e più vai: l’orizzonte non finisce mai! E noi dobbiamo crescere sull’orizzonte. Non so se mi sono spiegato. E ho detto una parola: ricordare gli amici di prima, tutti quelli che tu devi lasciare per andare su un’altra strada. Ricordarli, a volte chiamarli, incontrarli… Ma vivere con i nuovi e fare il cammino con i nuovi. E così si cresce. Ma sei stata brava! Perché non sei riuscita a dirmi cosa c’è dietro al muro, e questa è una cosa molto buona, perché dietro il muro non si vede e sei riuscita a dirmi che quando sei in campagna e guardi l’orizzonte si vede tutto. Brava! Avanti!

Marta:
Grazie.