Il più grande spettacolo dentro “La Tempesta”

  • La Zolla secondaria teatro La Tempesta
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27 Mag Il più grande spettacolo dentro “La Tempesta”

“Sono felice”. Lei è una ragazza studiosa e sportivissima. “Sono felice, mamma… sono felice”. Non è un dieci in matematica, e nemmeno una vittoria nell’ultima competizione… eppure continua a ripetere “sono felice, sono felice, sonofelice, sonofelice, sonofelice…”.

“Non pensavo di poter fare una cosa così bella” confida un compagno della ragazza al professore di storia e geografia. “Continuavo a pensare a ciò che abbiamo fatto, e mi sono addormentato con questo pensiero”. Sarà stato un bel voto in una ricerca? O la conquista della finale della Zolla Champions League?

Niente di tutto questo. I due ragazzi di terza media hanno appena finito di recitare una commedia di Shakespeare. Davanti a trecento persone.

Un anno di lavoro è passato, tutti i mercoledì, per due ore, per far vivere, per far diventare vera, per incontrare in carne e ossa dentro uno spettacolo la verità più grande: la più grande gioia, la più grande scoperta è donarsi totalmente agli altri, ed essere accolti ad un tempo così come siamo, là dove persino il limite, l’errore e l’inciampo diventano occasione di comunicazione commossa di sé e di attesa paziente dell’altro. È questo che accade su un palcoscenico.

E questa è la ragione profonda del teatro, sublime forma, confortata dalla grazia poetica, di una delle più radicali esigenze umane: quella di essere aspettati, di essere ascoltati, di essere accolti.

Magia del teatro, miracolo della grande arte… Certo, ma “noi siamo della stessa natura dei sogni”, la fragilità è la nostra cifra; per questo chiediamo come Prospero nella tempesta dei tempi, tra le onde ora agitate ora monotone del nostro vivere quotidiano, che la nostra voce giunga “al cuore della Misericordia”.

Che è un po’ come chiedere sorridendo delle proprie imperfezioni un applauso al pubblico, in un teatro che non è più di una palestra, con quaranta gradi anche quando si fa notte, con un anno di lavoro alle spalle e gli esami che si avvicinano… eppure non si smette di sorridere e di pensare: “Sono felice. Sono felice. Sono felice.”

Grazie, ragazzi, per lo spettacolo che siete.

Daniele Gomarasca – Preside della Scuola Secondaria di Via Carcano