
06 Set La crescita è la sola testimonianza della vita
“Come andrà quest’anno di scuola?”
Non c’è domanda, pur così abituale tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, che più di questa possa sfidare la forza silenziosa e distruttiva dell’abitudine, quell’abitudine che, specie in questi tempi, rischia di farci scivolare senza che ce ne accorgiamo in una vita piatta, cioè senza attesa (ma magari non senza sorprese…), forse addirittura nel livore di pur legittime rivendicazioni.
“Noi non desideriamo che accada nulla” dicevano anche le donne di Canterbury in “Assassinio nella Cattedrale” di T. S. Eliot, contente (per così dire) di ritagliarsi un angolo di esistenza quieta, il più possibile al riparo dalle tempeste di ogni tempo.
E invece basta un “Come andrà quest’anno?” che subito veniamo risvegliati, e subito l’abitudine, l’apatia e la poca coscienza possono essere spazzate via, e la “cornice modesta e annerita” entro cui abbiamo rinchiuso la nostra vita viene spezzata, sprigionandoci alla novità che ci aspetta. Perché nessuno, come ci insegnano i nostri cari giovani, è fatto per vivere appartato. Nessuno, come ci testimoniano i nostri cari bambini, può davvero contentarsi di un’esistenza tranquilla, priva di scoperte e di avventura.
Perché noi desideriamo, eccome! Nella grande avventura della vita, nella grande avventura di diventare grandi, è nell’attesa che ciascuno di noi trova il meglio della sua persona e il meglio dell’altro: nell’attesa anzitutto che il bene incontrato lungo la via non solo non sia dimenticato, ma, sedimento su sedimento, possa costituirsi come il fondo di una strada; nell’attesa poi che questa strada, che talora ci sembra di vedere con sicurezza e invece poi d’improvviso si perde come un sentiero che sbocchi su una pietraia di montagna, nell’attesa che questa strada, la nostra strada, sia attraversata, sia ricca, sia cioè accompagnata da sorprendenti incontri, sia intersecata da mille altre strade e da mille inattese scoperte, a rianimare le forze che spesso si attenuano e il dubbio circa un possibile approdo.
“Come andrà? Come sarà?”
Sia benedetto chi ci regala queste domande, facendo rinascere nell’attesa la nostra vita! Rendendoci testimonianza che vivere è domandare, vivere è ricercare, vivere è conoscere e riconoscere, vivere è dedicarsi e dedicare, vivere è attendere, sempre di più, sempre più profondamente, sempre!
“La crescita è la sola testimonianza della vita”: questo è il motto che scelse per sé John Henry Newman dopo la sua conversione, che desideriamo accompagni e ispiri il nostro fare scuola assieme quest’anno a cinquant’anni dalla fondazione della nostra cara Zolla.
Perché crescere è anche il bisogno più grande che abbiamo: il bisogno che, di scoperta in scoperta, si accresca la certezza che c’è una strada bella su cui camminare insieme; il bisogno che, incontro dopo incontro, si accresca la coscienza del bene che è l’altro, fino alla scoperta, sorpresa delle sorprese, che un po’ di bene lo posso fare anche io, che perfino io, così come sono, con tutte le mie fatiche, con tutti i miei tentativi più o meno riusciti, sono guardato, atteso, accolto, riconosciuto come un tesoro prezioso.
Di fronte a un nuovo anno di scuola desideriamo che tutto questo cresca e che si accresca, e che sia esperienza per ciascuno, in modo che il cammino sia possibile per tutti e forse, misteriosamente, perfino più certo e più lieto.
Buon anno, di cuore, a tutti.
Daniele Gomarasca