Scuola secondaria: valorizzare i “non cognitive skills” per affrontare l’anno scolastico!

10 Ott Scuola secondaria: valorizzare i “non cognitive skills” per affrontare l’anno scolastico!

Li chiamano non cognitive skills e sono il “cuore” del capitale umano che è ogni singolo ragazzo che viene a scuola: audacia, coraggio, grinta, perseveranza, impegno, cooperazione, competitività!

Sono questi aspetti che agiscono come trampolino di lancio per acquisire conoscenza, abilità, competenze necessarie per camminare nelle strade del mondo con una identità precisa portando il proprio contributo.

Per questo abbiamo proposto a tutte le classi della scuola secondaria una giornata di convivenza all’insegna dello sport e della valorizzazione di questi skills che ognuno ha…

I ragazzi di terza si sono cimentati in un corso base di rafting, tra le rapide di un torrente dell’Adda.

Quelli di prima e seconda, invece, si sono prodigati in un percorso di orienteering nel paese di Bema per poi affrontare le vertigini dell’aerobosco.

Il percorso di orienteering si è basato sostanzialmente sul gioco di squadra. Le sfide proposte consistevano nel calcolare le coordinate di un luogo, triangolare la posizione, interpretare la cartina, usare bussola e goniometro: divisi in piccoli gruppi, gli alunni hanno dovuto aiutarsi a vicenda per far fronte alle diverse incombenze del gioco di orientamento e per riuscire a percorrere le varie tappe.

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Guidati dai professori e dagli istruttori del luogo, si sono poi confrontati con le asprezze del parco sospeso: un intricato percorso di funi e passerelle a quattro metri dal suolo!

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Anche in questa avventura i ragazzi sono stati chiamati personalmente a confrontarsi con il rischio, la paura, l’emozione, mettendo in gioco tutto di sé, sempre seguendo le indicazioni degli istruttori e in piena sicurezza.

È stato sorprendente vedere come tutti fossero coinvolti: anche quelli più timorosi, aiutati dall’invito dei compagni e dei professori, hanno deciso di fidarsi e di affrontare la sfida, ciascuno secondo le proprie possibilità, senza paura.

Le terze invece hanno vissuto l’emozione della navigazione sulle acque infide di un torrente montano.

Dopo aver indossato la muta e il giubbotto salvagente, sono stati fatti salire su dei gommoni ed è stata consegnata loro una pagaya a testa per remare.

Per evitare di sbandare o di capovolgere l’imbarcazione era necessario seguire scrupolosamente i comandi dell’istruttore che guidava ogni gommone e, soprattutto, non perdere il ritmo! Il coinvolgimento è stato totale!

Così è accaduto che una ragazza impaurita perché non sapeva nuotare, alla fine del percorso, ha deciso di vincere le proprie paure e tuffarsi in acqua per ben tre volte!

Diceva: “Se ci sono loro che mi aiutano, posso farlo anch’io!

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