La visita della sezione scenografie dell’Accademia di Brera dei bambini dell’infanzia di Piazzale Brescia

09 Feb La visita della sezione scenografie dell’Accademia di Brera dei bambini dell’infanzia di Piazzale Brescia

Lunedì mattina i bambini di 5 anni di tutta la scuola dell’Infanzia La Zolla di piazzale Brescia si sono recati all’Accademia di Belle Arti di Brera per scoprire e conoscere il mondo delle scenografie teatrali.

9:00 Pronti, via!

Giacca, cappello e sciarpa e siamo pronti a partire, in fila per due, ordinati ed emozionati per questa nuova avventura. Nuova, si, perché ad aspettarci fuori dalla scuola non c’è nessun pulmino e nemmeno il tram numero 16.

Ad attenderci è invece una passeggiata fino alla metro più vicina, quella di Piazza De Angeli. Una volta arrivati all’ingresso dei tornelli conosciamo Francesco, un operatore ATM che ci scorta lungo tutto il percorso sotterraneo, ci aiuta a salire sulla metropolitana e a fare il “cambio” a Cadorna. Si, perché non abbiamo preso una sola metro, bensì due! E di due colori diversi, la prima rossa, la seconda verde.

Alla fermata Lanza ci siamo rimessi in fila per due, abbiamo camminato qualche minuto e siamo finalmente arrivati all’Accademia di Brera!

Ad accoglierci nel fantastico chiostro d’ingresso c’è una persona che qualcuno di noi conosce già.. mamma Caterina!

È grazie a lei che riusciamo a visitare la struttura, a conoscere gli ambienti di lavoro in cui si progetta e realizza una scenografia e a scoprire il fascino e le meraviglie di questo particolare mestiere!

Camminando per i corridoi dell’accademia osserviamo i soffitti, alti e maestosi, e molte statue grandissime.

Per prima cosa ci rechiamo in una sala, piena di modellini di teatri e scenografie, abiti di scena “come quelli delle principesse. In un abito ci sono dei pezzi di creta! Guarda quanti colori particolari, c’è il bordeaux, l’oro e il verde marcio!”

Qui conosciamo il Professor Gabriele che ci mostra il modellino di un teatro molto famoso: il Teatro della Scala.

“È bellissimo! È in miniatura e molto realistico e ci sono un sacco di poltrone!”

È il momento di conoscere il luogo in cui si progetta sulla carta. Scopriamo che ci sono delle persone che “lavorano, fanno i compiti, disegnano con tante linee” e progettano le scenografie.

Un signore ci dice che ha qualcosa da mostrarci, è un video. Vediamo scorrere delle immagini che rappresentano una scena, ci sono delle persone in primo piano, un orologio, una città. Le immagini si sovrappongono e cambiano velocemente.

“Dietro ai muri ci sono delle persone e dei treni. Si vede il treno e le persone attraverso il muro! Quindi si vede la città dietro al muro della stanza!”.

Dopo esserci riempiti gli occhi di queste meraviglie il professor Gabriele ci dice che vuole mostrarci un’altra cosa, ci vuole portare in un posto specialissimo.. il suo laboratorio! C’è una porta molto piccola e la stanza dentro è anche questa molto piccola.

Ci accomodiamo nella stanza e notiamo che ci sono due grandi tavoli. Il professore ci spiega che su uno ci sono dei calchi di teste di burattini in costruzione e sull’altro appoggia una marionetta. “Ma quello è Polifemo! È della Grecia!”

Siamo quindi nel laboratorio dove si costruiscono oggetti di scena, in particolare burattini e marionette. Il professore ci spiega la differenza, sottolineando che i primi si muovono mettendo una mano sotto l’abito e il dito indice nel collo del burattino, i secondi utilizzando dei fili che si tengono dall’alto.

Ci mostra altre marionette. “Sono tutte strane”, una rappresenta un soldato, una è un mostro. Poi ci fa vedere anche i burattini. C’è Pulcinella, Arlecchino e Pantalone.

Ma non possiamo andare via senza provare anche noi a muovere un burattino! Il professor Gabriele ci spiega come si fa: con il dito indice si muove la testa, con il medio e con il pollice le braccia.

È proprio ora di tornare a scuola adesso. Ringraziamo il professor Gabriele e ci dirigiamo verso l’uscita.

Quante cose che abbiamo scoperto e imparato oggi, le voglio salvare nei miei ricordi!

 

La Maestra Francesca N. e i bambini grandi