È da poco iniziato il secondo tempo della più bella delle partite, dopo un primo tempo concluso con diversi minuti di anticipo e un intervallo molto più lungo del solito. Certo, è stato sicuramente prezioso in nostro intermezzo a distanza, ma quanta gioia ora nell’essere nuovamente in campo insieme!
Per gli antichi romani la parola “gioco” e la parola “scuola” coincidevano: e anche per noi la scuola è il luogo degli uomini e delle donne liberi, uomini e donne che, liberamente, sostenendosi l’un l’altro, scelgono di mettersi in gioco insieme in cerca del vero.
Certamente in questa ripresa qualcosa è cambiato, ce ne siamo accorti subito; in molti momenti della vita scolastica possiamo vederci ora solo negli occhi – che è già tantissimo! – mentre la maggior parte del nostro volto resta coperto dalle mascherine. E quanto ci piacerebbe guardare come siamo cambiati, come siamo cresciuti, quanto ci piacerebbe vedere per intero i tanti nuovi compagni di cammino!
E poi c’è la questione della distanza… siamo entrati in classe e nessuno ha potuto contare su quella figura così bella che è il compagno di banco: infatti siamo tutti separati nel nostro banco singolo.
Bene: queste regole, che ora sembrano solo una limitazione e senza dubbio ci limitano, che certamente servono per proteggerci l’un l’altro e perciò sono importantissime e vanno rispettate, queste regole possono essere anche un modo per imparare a guardare ogni cosa in modo più vero.
In ogni istante c’è un bene infinito che mi attende, che è fatto come dono per me.
Per noi la scuola è questo: imparare insieme a contemplare ogni cosa, a guardare veramente, in cerca del fondo vero delle cose, di me stesso e degli altri. In cerca di quella strada bella lungo la quale la mia persona cresce e si accresce.
Come scrisse Emily Dickinson, “nessuno scopre la sua altezza finché non è chiamato ad alzarsi”; quest’anno La Zolla vuole essere ancor di più questa chiamata: una convocazione personale, per tutti e per ciascuno, a scoprire il dono inestimabile del proprio esserci e del proprio essere dono per gli altri.