13 Apr Le III della Secondaria di Piazzale Brescia in gita tra Liguria e Costa Azzurra
Mercoledì 5 aprile: la sveglia suona presto, troppo presto, ma ne vale la pena: alle sette si parte con il pullman da Piazzale Brescia. Dopo un’ora e mezza di viaggio, già la voce è roca per il troppo canto, del resto è impossibile resistere all’iniziativa delle compagne canterine che riescono a coinvolgere tutti.
I prof si impietosiscono e ci propongono di vedere “Ugo Cabret”: il protagonista ci conquista quando dice: “Mi piace immaginare che il mondo sia un unico grande meccanismo. Sai, le macchine non hanno pezzi in più. Hanno esattamente il numero e il tipo di pezzi che servono. Così io penso che se il mondo è una grande macchina, io devo essere qui per qualche motivo. E anche tu.”.
Finalmente arriviamo a Sanremo: il pranzo al sacco è consumato in spiaggia con qualche timorosa pucciatina di piedi in mare, poi grande biciclettata lungo la pista ciclabile del Ponente Ligure: tra cadute di catene e di corpi, con qualche ginocchio sbucciato, tutti partecipano e anche i “pensionati” godono del panorama sul risciò.
Alla sera, stupendo osservare le striature e i satelliti di Giove al telescopio dell’Osservatorio astronomico di Perinaldo, per non dire della meraviglia nel vedere “da vicino” i crateri e i mari lunari. La guida, poi, ci fa vedere al planetario alcune costellazioni: che impressione pensare a come i nostri antenati, guardando il cielo, lo immaginavano popolato da figure mitologiche.
Il secondo giorno sveglia ancora impietosa ma colazione abbondante. E’ la volta di Nizza, Chagall ci aspetta nel suo museo. Pur essendo ebreo non disdegna di rappresentare non solo la storia biblica con Adamo, Noè, Mosè, Abramo ma anche il Cristo crocifisso e la chiesa ortodossa di Vitebsk, sua città natale. Solo un uomo innamorato, come Chagall lo era della prima e della seconda moglie, può essere libero di dipingere tutto, senza censurare nulla.
Al pomeriggio tutti alla Chapelle di Matisse: la sua modella e successivamente infermiera personale ad un certo punto aveva deciso di consacrarsi al Signore. Matisse come ringraziamento per la sua presenza, progetta e realizza la chiesa in cui la sua Monique si consacrerà: la luce delle vetrate e i disegni sulle pareti immergono direttamente nel Mistero chi li osserva, senza possibilità di distrazione.
Alla sera, il parco dell’albergo di Sanremo con la complicità del buio diventa lo scenario ideale per giocare a nascondino. Poi giochi sulla terrazza: le due classi si sfidano in una staffetta per individuare le coordinate che formeranno le costellazioni osservate la sera prima. Anche due quadri di Chagall si prestano per essere trasformati in tableaux-vivant.
E arriva l’ultimo giorno, purtroppo. La sveglia è un pochino più pietosa, ma si parte sempre presto e carichi per le Grotte di Toirano: stalattiti, stalagmiti, colonne, pareti di alabastro caramellato formati goccia dopo goccia in milioni di anni hanno ospitato i nostri antenati di cui ancora oggi si possono vedere impronte di mani, piedi e ginocchia accanto a cimiteri di orsi di cui sono ancora vivibili le ossa.
A mezzogiorno abbuffata al ristorante di Loano e poi…… tutti in spiaggia. Le ragazze riescono ancora a vincere sui maschi al tiro alla fune, poi partitona di calcio e palla-prigioniera e poi…. giù, di corsa, un tuffo nel mare, ghiacciato, ma solo all’inizio.
Purtroppo si ritorna. Tra una confidenza e l’altra, un ultimo assaggio di storia: La vita è bella! Nel film di Benigni si vede che anche nella situazione più dolorosa l’uomo è capace di speranza per amore del figlio o dell’amico che gli è davanti.
Tre giorni indimenticabili!!!!!!!!!!!!!!!!!