17 Ott Per Bacco! … Cosa significa vendemmiare?
Ce lo spiegano i bambini delle seconde della primaria di Piazzale Brescia!
È una parola che richiama la convivialità: fino a qualche tempo fa nei vigneti si riunivano tutte le generazioni per raccogliere tra i filari i grappoli maturi, metterli nei tini e pigiare il mosto che, grazie alla fermentazione, si trasformerà nel tempo in vino. Il tutto si concludeva con un ricco banchetto di piatti e cibi autunnali preparati per l’occasione.
Oggi tocca a noi seconde essere protagonisti di questa straordinaria trasformazione.
Arrivati all’azienda agricola Piccolo Bacco dei Quaroni, a Montù Beccaria: saliamo sul rimorchio del trattore e ci avviamo verso i campi.
Tutti raccogliamo i grappoli maturi distribuendoci tra i filari, poi siamo pronti per uno dei momenti più divertenti: la pigiatura. “Gli acini con i raspi mi solleticano i piedi!” racconta un bambino divertito.
Dopo la signora Laura ci mostra le grosse botti dove avviene la trasformazione e ci spiega i passaggi da fare a scuola per provare a produrre il nostro vino.
Tornati in classe ci trasformiamo in veri e propri VINIFICATORI, capaci di un’osservazione dettagliata delle trasformazioni in atto. Travasiamo il mosto dell’Azienda Agricola in un grosso recipiente e frequentemente registriamo i cambiamenti non solo visibili, ma percepibili anche attraverso l’olfatto e il tatto.
Mentre attendiamo pazienti che i LIEVITI facciano il loro lavoro, memori di ciò che abbiamo osservato e imparato in vigna, con l’insegnante di arte ci mettiamo all’opera per ricostruire un vigneto nel nostro corridoio: dipingiamo e arrotoliamo la carta pacco, arricciamo striscioline di cartoncini viola e blu per fare gli acini e creiamo le foglie con il cartoncino verde. Ci sembra di essere ancora in campagna quando tutte le mattine passiamo sotto la nostra vigna!
A un certo punto, durante i nostri controlli giornalieri, ci accorgiamo che la schiuma e le bollicine sono sparite, la fermentazione è terminata e il mosto è diventato vino. Quotidianamente lo filtriamo per eliminare i residui, così da renderlo limpido e pronto per essere imbottigliato. Dopo avergli dato un nome, poiché non è un banale vino, lasciamo ai genitori l’assaggio dello “Zollino”.