Solo un “normale” compito di scuola?

29 Mar Solo un “normale” compito di scuola?

Io, da lettore, ho sempre ammirato e stimato lo scrittore Alessandro D’Avenia, in particolare per il suo libro più celebre, e, per me, più bello: “Bianca come il latte, rossa come il sangue”. Mi è piaciuto moltissimo per la sua storia commovente e perché anch’io ho provato ciò che Beatrice, ossia la ragazza dei sogni del protagonista, ha dovuto sopportare.

Un giorno a me e alla mia classe è stato dato un compito: scrivere un testo argomentativo su un libro a scelta. La mia scelta è ricaduta subito sul libro di D’Avenia.

Tempo dopo questo compito mi è stato restituito, e la mia prof. di italiano mi ha proposto di provare a mandarlo via e-mail allo scrittore. Io ero senza parole. Dopo l’invio della mail da parte della prof Colombo, ho aspettato qualche settimana finché la tanto desiderata risposta finalmente è arrivata.

È incredibile come un “normale” compito di scuola possa trasformarsi in un avvenimento così importante e bello per un ragazzo come me.

Andrea De Angeli, III A


Riportiamo di seguito il testo argomentativo scritto da Andrea e la risposta inviata da Alessandro D’Avenia alla professoressa Colombo.

IL MIO PENSIERO SU “BIANCA COME IL LATTE, ROSSA COME IL SANGUE”

DI ALESSANDRO D’AVENIA

Lo sappiamo tutti, Alessandro è una persona che sa comunicare, attraverso testi e voce, davvero nel modo migliore possibile. Ne abbiamo le prove nei suoi articoli, nelle sue conferenze e nei suoi libri, tra i quali spicca la sua opera di maggior spessore: il libro “Bianca come il Latte, Rossa come il Sangue”. Il romanzo narra la storia di Leo, ragazzo di sedici anni come tutti, innamorato di una ragazza, Beatrice, la quale poi si ammala di una grave malattia, cioè la leucemia. Questo libro per me ha rappresentato una lettura davvero emozionante e commovente, soprattutto perché io ho passato le stesse esperienze di Beatrice; tuttavia, penso che possa essere una lettura davvero stupenda anche per un lettore che è totalmente all’oscuro di cosa sia la malattia della ragazza in questione, e ora spiegherò il perché.

La trama è scritta davvero bene, ed è molto realistica: la storia che vive Beatrice, ad esempio, è raccontata in modo molto preciso e sono più che convinto che possa far immedesimare e far riflettere un lettore che prima di leggere questo libro non sapeva nulla su questa malattia.

Un altro pregio di questo bellissimo libro è che viene data tantissima importanza al tema dell’amicizia. Il protagonista, Leo, è praticamente dipendente dai suoi amici, e ha una tremenda paura della solitudine. Una prova di ciò è il fatto che in quasi ogni capitolo viene citato almeno uno dei suoi amici: che sia Niko, compagno di mille disavventure, Silvia, la sua migliore amica sempre disponibile per lui, o Beatrice, la ragazza che da sogno del protagonista diventa poi una persona da salvare, da tenere aggrappata alla vita con ogni mezzo possibile a Leo.

L’ultimo aspetto interessante del quale voglio parlare è l’accuratezza con cui i pensieri di Leo vengono descritti: la paura della solitudine, la rabbia, il divertimento, la disperazione sono alcuni dei sentimenti meglio descritti da D’Avenia, con un linguaggio davvero verosimile e che aiuta a far immedesimare il lettore nella mente di un sedicenne che prova queste emozioni. Certo, le persone che sono più abituate ai grandi classici potrebbero non digerire il fatto che lo scrittore utilizzi un linguaggio non sempre elegante; ma anche questo modo di esprimersi aiuta il lettore a capire i pensieri del protagonista, pensieri che rappresentano spesso la sua confusione. E poi secondo me sarebbe un pochino irrealistico se un ragazzo della sua età non pensasse delle parole simili …

Dopo tutto quello che ho detto, mi sento tranquillo nell’affermare che “Bianca come il Latte, Rossa come il Sangue”, grazie al suo linguaggio, al suo realismo e ai suoi personaggi sia un must per ogni lettore che si rispetti, e che questo libro abbia guadagnato il suo grande successo non per nulla.

Andrea, III A

Scuola La Zolla, Milano


Cara Anna,

ti ringrazio molto per le tue righe e per la condivisione.

Ringrazia e fai tanti complimenti a Andrea da parte mia per il suo scritto e per le parole generose sul libro.
Sono felice che lo abbia appassionato tanto. Quando scrivi non sai come i lettori percepiranno quelle pagine, così sudate e vissute sulla tua pelle e un po’ ne hai paura. Ma poi ti rendi conto di quanto sia bello fare nuove scoperte sul tuo libro grazie alle riflessioni dei lettori, perché ognuno con la propria sensibilità e il proprio vissuto aggiunge sfumature diverse e questo permette anche a me di crescere.

Grazie ancora per avermi scritto.
Un caro saluto,
Alessandro